Blogify Logo

Etichetta Energetica per Smartphone e Tablet: Un Nuovo Inizio tra Sostenibilità UE e Diritto alla Riparazione

P

PulseWriter

Jun 5, 2025 15 Minutes Read

Etichetta Energetica per Smartphone e Tablet: Un Nuovo Inizio tra Sostenibilità UE e Diritto alla Riparazione Cover

Quando ho smarrito il mio primo smartphone, non avrei mai immaginato che un giorno, scegliere un nuovo telefono sarebbe stato simile a valutare la classe energetica del frigorifero di mia madre. Eppure eccoci qui: l’Unione Europea sta aprendo un nuovo capitolo, introducendo l’etichetta energetica obbligatoria per smartphone e tablet dal 20 giugno 2025. Se vi sembra un cambiamento minore, aspettate di scoprire come queste etichette rivoluzioneranno il nostro rapporto con la tecnologia. Ho analizzato novità, prospettive e qualche lato inaspettato di questa svolta verde.

Da frigoriferi a smartphone: come (e perché) l’Etichetta Energetica cambia tutto

Quando penso all’Etichetta Energetica, la prima immagine che mi viene in mente è quella del classico adesivo colorato sul mio frigorifero, con la sua scala dalla A alla G. Un simbolo ormai familiare, che da anni guida le nostre scelte d’acquisto tra elettrodomestici e lavatrici. Ma dal 20 giugno 2025, questo strumento di trasparenza e sostenibilità farà il suo debutto anche su smartphone e tablet in tutta l’Unione Europea. Un passaggio che, a mio avviso, segna una vera rivoluzione nel modo in cui ci rapportiamo ai nostri dispositivi mobili.

La decisione dell’UE di estendere l’Etichetta Energetica ai Smartphone Tablet non arriva dal nulla. Da anni si discute della necessità di ridurre l’impatto ambientale dei prodotti tecnologici, di frenare l’obsolescenza programmata e di rafforzare il diritto alla riparazione. Ora, finalmente, queste idee diventano realtà concreta. L’obiettivo è chiaro: aumentare la consapevolezza e la responsabilità d’acquisto, offrendo a tutti informazioni chiare su efficienza, durata e riparabilità dei dispositivi.

Il nuovo sistema di etichettatura, ispirato a quello già rodato per i grandi elettrodomestici, non si limita a indicare il consumo energetico. Sull’etichetta troveremo dati fondamentali come l’autonomia della batteria, il tempo di ricarica, la resistenza a urti, polvere e acqua secondo gli standard IP, e soprattutto l’indice di riparabilità. Quest’ultimo, espresso da A a E, valuta quanto sia facile riparare il dispositivo, la disponibilità dei ricambi e l’accesso alla documentazione tecnica. Un dettaglio che, secondo me, può davvero cambiare le regole del gioco, spingendo i produttori a progettare device più longevi e meno “usa e getta”.

Non solo: grazie al QR code stampato sull’etichetta, ogni consumatore potrà accedere direttamente alla piattaforma europea EPREL, dove trovare informazioni dettagliate su ogni modello. Una trasparenza mai vista prima nel settore della telefonia mobile, che mette il potere della scelta davvero nelle mani degli utenti.

Dal punto di vista pratico, questa svolta impone nuovi obblighi ai produttori. Gli aggiornamenti software e di sicurezza dovranno essere garantiti per almeno cinque anni dalla fine della commercializzazione. I pezzi di ricambio – batterie, display, connettori – dovranno essere disponibili per almeno sette anni, con consegne rapide. E, cosa non da poco, anche i centri di assistenza indipendenti avranno accesso a firmware e strumenti diagnostici. Tutto questo si traduce in una frenata decisa all’obsolescenza programmata e in un incentivo concreto a riparare, invece che sostituire.

Guardando ai dati italiani, emerge una realtà ancora poco sostenibile: la vita media di uno smartphone è di appena 33 mesi, e la raccolta di RAEE (rifiuti elettronici) è in calo. È evidente che serve un cambio di passo, e l’Etichetta Energetica può essere il ponte tra il frigorifero A+ in cucina e il telefono che porto in tasca ogni giorno.

“Promuovere dispositivi mobili più duraturi è una svolta nel dialogo tra tecnologia e ambiente.” – Stefania Di Francesco, esperta di sostenibilità

In questo scenario, la Sostenibilità UE non è più solo uno slogan, ma una strategia concreta che coinvolge produttori, consumatori e istituzioni. L’etichetta energetica diventa così uno strumento di democrazia informativa, che ci permette di scegliere non solo il modello più performante, ma anche quello più rispettoso dell’ambiente e dei nostri diritti come utenti.

Non posso fare a meno di pensare che questa novità, apparentemente tecnica, sia in realtà un tassello fondamentale per la maturazione del mercato della telefonia mobile e per la crescita di una vera economia circolare in Europa. E, in fondo, è anche una piccola rivoluzione quotidiana: da frigoriferi a smartphone, la sostenibilità entra davvero nelle nostre tasche.


Dal voto alla batteria: cosa includerà davvero la nuova Etichetta Energetica sui dispositivi mobili?

A partire dal 20 giugno 2025, la scena della telefonia mobile europea cambierà radicalmente. L’Unione Europea introdurrà l’Etichetta Energetica obbligatoria per smartphone e tablet, una misura che – come già accaduto per frigoriferi e lavatrici – punta a rendere più trasparente il mercato e a rafforzare la sostenibilità. Ma cosa troveremo davvero su questa nuova etichetta? E come aiuterà i consumatori a scegliere dispositivi più efficienti, duraturi e riparabili?

Efficienza Energetica: il sistema a lettere da A a G

Il cuore dell’etichetta sarà un sistema di classificazione a lettere, dalla A (massima efficienza energetica) alla G (minima). Un metodo già familiare, ma che ora arriva anche sui dispositivi mobili, permettendo confronti immediati tra modelli diversi. Questo sistema non si limita a segnalare il consumo di energia, ma diventa un vero indicatore di durabilità dispositivi e attenzione all’ambiente.

Batteria Longevità e Tempi di Ricarica: dati chiari e confrontabili

Un elemento centrale dell’etichetta sarà la batteria. Verranno indicati:

  • La durata della batteria, espressa in ore e minuti di utilizzo per singola carica
  • I tempi necessari per una ricarica completa
  • Il numero minimo di cicli di ricarica garantiti (almeno 800 cicli mantenendo l’80% della capacità originaria)

Questi dati sono fondamentali per valutare la batteria longevità e la reale durabilità di uno smartphone o tablet. Come mostrano le ricerche, l’obiettivo è ridurre sprechi e sostituzioni premature, favorendo un uso più consapevole e sostenibile.

Protezione Acqua e Polvere: la classificazione IP

Non solo autonomia: l’etichetta energetica includerà anche la classificazione IP, che certifica la protezione acqua e polvere secondo standard internazionali. Un’informazione spesso trascurata, ma che può fare la differenza nella scelta di un dispositivo destinato a durare nel tempo, soprattutto per chi lavora o si muove spesso all’aperto.

Riparabilità Dispositivi: l’indice da A a E

Un altro punto chiave è l’indice di riparabilità, espresso su una scala da A (facilmente riparabile) a E (riparabilità minima). Questo indice tiene conto della facilità di intervento, della disponibilità di ricambi e dell’accesso alla documentazione tecnica. In pratica, sarà più semplice capire se conviene riparare un dispositivo o se, purtroppo, sarà necessario sostituirlo.

EPREL Registrazione e Codice QR: trasparenza totale

Tutte queste informazioni saranno disponibili sia sull’etichetta cartacea sia online, grazie a un Codice QR EPREL stampato su ogni confezione. Scansionando il codice, si accederà direttamente al registro europeo EPREL (European Product Registry for Energy Labelling), dove trovare dati tecnici dettagliati modello per modello. Un passo avanti enorme per la trasparenza e la possibilità di confrontare dispositivi secondo criteri oggettivi.

“Un consumatore informato è un consumatore potente.” – Silvia Martino, analista mercato mobile

In definitiva, l’etichetta energetica per smartphone e tablet promette di rivoluzionare il modo in cui scegliamo i nostri dispositivi, mettendo al centro efficienza energetica, batteria longevità, riparabilità dispositivi e protezione acqua. Un cambiamento che, secondo le stime, porterà a un risparmio energetico significativo e a una maggiore attenzione alla durabilità dispositivi e alla sostenibilità.


Sarà davvero più facile riparare i nostri smartphone? Dietro la promessa del Diritto alla Riparazione

Dal 20 giugno 2025, il panorama della riparabilità dispositivi in Europa cambierà radicalmente. L’Unione Europea introduce l’etichetta energetica obbligatoria per smartphone e tablet, una novità che va ben oltre la semplice classificazione energetica. Si tratta di una svolta che mette al centro il Diritto Riparazione, la durabilità dispositivi e la trasparenza per i consumatori.

La domanda che molti si pongono è: sarà davvero più facile riparare i nostri smartphone? Le nuove regole sembrano rispondere con un sì deciso. I produttori saranno obbligati a garantire la disponibilità di ricambi fondamentali – batterie, display, connettori – per almeno 7 anni dalla fine della commercializzazione del modello. Non solo: dovranno anche assicurare aggiornamenti software e di sicurezza per almeno 5 anni. Questi dati, confermati dal recente regolamento UE, segnano un cambio di passo importante.

Non è tutto. Il diritto alla riparazione si rafforza grazie all’obbligo per i produttori di offrire accesso equo a firmware, strumenti diagnostici e software di riparazione anche ai centri non ufficiali. In pratica, non solo le grandi catene autorizzate, ma anche i tecnici indipendenti potranno intervenire sui dispositivi, valorizzando così la rete di assistenza locale e riducendo i tempi di attesa. I ricambi dovranno essere consegnati entro 5-10 giorni lavorativi, un dettaglio che fa la differenza per chi si trova con il telefono guasto e non vuole aspettare settimane.

Questa nuova impostazione punta a contrastare il ricorso impulsivo alla sostituzione. Finalmente, un telefono potrà durare di più: la riparabilità dispositivi non sarà più un lusso, ma un diritto concreto. Come sottolinea Marco Landi, tecnico elettronica:

“La vera rivoluzione è poter decidere se riparare invece che sostituire.”

L’etichetta energetica, che sarà ben visibile su ogni confezione di smartphone e tablet, non si limiterà a indicare l’efficienza energetica. Riporterà anche l’autonomia della batteria, la resistenza a urti, polvere e acqua, il numero di cicli di ricarica garantiti e – elemento chiave – l’indice di riparabilità, da A a E. Tutte queste informazioni saranno accessibili anche online tramite un codice QR che rimanda direttamente al registro europeo EPREL, offrendo massima trasparenza e aiutando i consumatori a scegliere dispositivi più sostenibili e facili da mantenere.

Secondo le ultime ricerche, l’obbligatorietà di ricambi e aggiornamenti software spinge la longevità dei dispositivi. In Italia, la vita media di uno smartphone è ancora di circa 33 mesi, ma l’obiettivo UE è chiaro: prolungare il ciclo di vita dei prodotti, ridurre i rifiuti elettronici e promuovere una cultura della manutenzione. Nel 2023, sono state riciclate circa 349.000 tonnellate di RAEE, ma il calo del 3,1% rispetto all’anno precedente segnala che c’è ancora molto lavoro da fare.

Il Diritto Riparazione diventa così sempre più centrale nella regolamentazione europea. Non si tratta solo di una questione tecnica, ma di un vero e proprio cambiamento culturale. Valorizzare i tecnici indipendenti, ridurre i rifiuti tramite la manutenzione e l’aggiornamento dei dispositivi, offrire ai consumatori la possibilità di scegliere: sono questi i pilastri su cui si fonda la nuova strategia UE per la riparabilità dispositivi e la durabilità dispositivi.

In definitiva, la promessa del diritto alla riparazione si traduce in regole concrete: ricambi garantiti per sette anni, aggiornamenti software per cinque, accesso agli strumenti di riparazione per tutti i centri, ufficiali e indipendenti. Una rivoluzione che, finalmente, mette il consumatore e la sostenibilità al centro del mercato smartphone tablet.


Italia, tra sostituzione rapida e chilometri di RAEE: una sfida (personale) alla cultura dell’usa e getta

In Italia, la durabilità dei dispositivi elettronici resta una questione aperta. Basta guardare i dati: la vita media di uno smartphone nel nostro Paese si ferma a 33 mesi, meno di tre anni. Un ciclo che si ripete in modo quasi automatico. Ogni nuova uscita di un modello, ogni pubblicità che promette prestazioni migliori, alimenta la tentazione di cambiare telefono. Lo ammetto: anche io, come tanti, ho sentito spesso il richiamo del nuovo, il desiderio di avere tra le mani l’ultimo modello, lasciando da parte il vecchio dispositivo ancora funzionante. È una dinamica che si ripete e che, nel tempo, ha contribuito a una vera e propria cultura dell’usa e getta.

Questa abitudine, però, ha un costo ambientale enorme. Nel 2023, secondo i dati ufficiali, in Italia sono state riciclate circa 349.000 tonnellate di RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). Un numero che impressiona, ma che nasconde una tendenza preoccupante: rispetto al 2022, la raccolta è diminuita del 3,1%. Un segnale chiaro che, nonostante gli sforzi, la gestione dei rifiuti elettronici sta rallentando. Eppure, la sostenibilità UE passa anche da qui: dalla capacità di allungare la vita dei nostri smartphone e tablet, riducendo la produzione di RAEE e promuovendo un consumo più responsabile.

Non è solo una questione di numeri. È una sfida culturale. In Italia, la velocità di sostituzione dei dispositivi è tra le più alte in Europa. Manca ancora una vera cultura della manutenzione, della riparazione, della cura degli oggetti tecnologici. Spesso, riparare un telefono sembra più complicato (e costoso) che comprarne uno nuovo. I negozi di assistenza indipendenti faticano a reperire pezzi di ricambio, la documentazione tecnica è difficile da ottenere e la pressione del mercato spinge verso il nuovo, non verso il duraturo.

Eppure, qualcosa sta cambiando. Il nuovo regolamento UE, che introduce l’etichetta energetica obbligatoria per smartphone e tablet dal 20 giugno 2025, punta proprio a invertire questa tendenza. L’obiettivo è chiaro: fornire ai consumatori informazioni trasparenti sulla durabilità dei dispositivi, sulla loro efficienza energetica, sulla facilità di riparazione. Un passo avanti importante, che va oltre la semplice etichettatura. Si tratta di un invito concreto a scegliere in modo più consapevole, a valutare non solo le prestazioni, ma anche la sostenibilità e la riparabilità dei prodotti che acquistiamo.

Come consulente ambientale Anna Rossi sottolinea:

“Smettere di cambiare telefono come si cambia camicia è una piccola rivoluzione quotidiana.”

Questa rivoluzione, però, richiede strumenti adeguati. Serve una rete di assistenza efficiente, la disponibilità di ricambi, aggiornamenti software garantiti e una maggiore sensibilità verso il tema della sostenibilità UE. Solo così sarà possibile ridurre quei chilometri di RAEE che ogni anno attraversano il nostro Paese, trasformando la gestione dei rifiuti elettronici da problema a risorsa.

L’esperienza personale, in fondo, si intreccia con quella collettiva. Ogni scelta individuale – dal tenere uno smartphone un anno in più, al riparare invece che sostituire – contribuisce a costruire una nuova cultura della durabilità dei dispositivi. Una cultura che, oggi più che mai, è fondamentale per rispondere alla sfida della sostenibilità UE e per ridurre il peso dei RAEE sul nostro ambiente.


Oltre l’etichetta: l’ecosistema dell’informazione (e qualche trucco per scegliere bene)

L’introduzione dell’etichetta energetica per smartphone e tablet rappresenta solo il primo passo di una rivoluzione più ampia, che mette la Sostenibilità UE e il diritto all’informazione al centro delle scelte quotidiane. Dal 20 giugno 2025, ogni dispositivo venduto nell’Unione Europea dovrà mostrare chiaramente non solo la propria efficienza energetica, ma anche dati fondamentali su autonomia, resistenza, riparabilità e durata della batteria. Ma la vera novità non si ferma al cartellino appeso sugli scaffali: oggi, grazie al Codice QR EPREL, ogni consumatore può accedere in tempo reale a una banca dati ufficiale, la piattaforma EPREL Registrazione, dove trovare tutte le informazioni tecniche aggiornate modello per modello.

Questa trasparenza, come confermano le ultime ricerche, non è più solo un obbligo normativo: è diventata uno strumento pratico nelle mani di chi acquista. Sapere davvero cosa si sta comprando, confrontare le caratteristiche tecniche, valutare la riparabilità o la disponibilità di ricambi, sono azioni che oggi possiamo compiere in pochi click. E questa possibilità di scelta informata è destinata a crescere, anche grazie alle piattaforme di comparazione come Facile.it.

Da giornalista e utente, mi accorgo ogni giorno di quanto sia cambiato il modo di scegliere un nuovo smartphone o tablet. Non basta più lasciarsi convincere dal design accattivante o dai ‘numeroni’ delle campagne pubblicitarie. Oggi, su Facile.it, possiamo filtrare le offerte dei principali operatori, leggere guide dettagliate su eSIM, 4G/5G, sicurezza digitale, confrontare piani e promozioni aggiornate. Le offerte più interessanti? Spusu 150 XL con 150GB e 500 SMS a 5,98€ al mese, Fastweb Mobile con 150GB a 8,95€, Giga 120 con 120GB a 7,99€. Ma il vero valore aggiunto sta nella possibilità di capire cosa si nasconde dietro ogni tariffa: durata della batteria, facilità di riparazione, aggiornamenti software garantiti, disponibilità di pezzi di ricambio.

Non è un caso che, secondo gli esperti, la Sostenibilità UE passi anche da queste scelte quotidiane. Non solo regole, ma comportamenti: riutilizzare un vecchio device, scegliere un modello facile da riparare, informarsi prima di acquistare. In fondo, come ricorda Federico Zanetti, esperto di telefonia digitale:

Sapere come scegliere è già metà della scelta.

Ecco perché l’accesso ai dati tramite Codice QR EPREL e la EPREL Registrazione moltiplica davvero le possibilità di scelta consapevole. Non siamo più spettatori passivi di un mercato che ci impone modelli sempre nuovi e difficili da riparare. Possiamo confrontare, valutare, scegliere in base alle nostre reali esigenze e, soprattutto, contribuire a ridurre l’impatto ambientale dei nostri acquisti.

Le piattaforme di comparazione e informazione, come Facile.it, giocano un ruolo chiave in questo nuovo scenario. Non solo aggiornano costantemente le offerte dei principali operatori, ma offrono guide, approfondimenti e strumenti per distinguere ciò che conviene davvero da ciò che è solo marketing. In un contesto dove la vita media di uno smartphone in Italia è ancora di circa 33 mesi e la raccolta dei rifiuti elettronici fatica a decollare, ogni piccolo gesto conta.

In conclusione, l’etichetta energetica per smartphone e tablet segna l’inizio di una nuova era per il consumatore europeo. Un’era in cui la Sostenibilità UE non è più solo una parola d’ordine, ma una pratica concreta, fatta di scelte informate, strumenti digitali e attenzione quotidiana. E noi, finalmente, abbiamo tutto ciò che serve per scegliere bene.

TL;DR: Dal 20 giugno 2025, nell'UE, le etichette energetiche sui dispositivi mobili permetteranno scelte più consapevoli e sostenibili anche grazie a nuove norme su riparazione, trasparenza, durabilità e aggiornamenti software. Una rivoluzione tecnologica e culturale per tutti noi.

TLDR

Dal 20 giugno 2025, nell'UE, le etichette energetiche sui dispositivi mobili permetteranno scelte più consapevoli e sostenibili anche grazie a nuove norme su riparazione, trasparenza, durabilità e aggiornamenti software. Una rivoluzione tecnologica e culturale per tutti noi.

Rate this blog
Bad0
Ok0
Nice0
Great0
Awesome0

More from InnovateBlog