Non so voi, ma io Google I/O provo sempre a seguirlo col caffè in mano e l’attenzione ai massimi livelli, perché ogni anno c’è almeno un annuncio che stravolge le mie ‘certezze’ tecnologiche! Quest’anno, 25 maggio 2025, ho avuto la netta sensazione di assistere a un’invasione lenta e silenziosa dell’intelligenza artificiale nella mia quotidianità. Mentre prendevo appunti freneticamente e cercavo di districarmi tra la ‘giungla’ dei nuovi nomi, mi sono chiesto: stiamo davvero entrando in una nuova era Google, o siamo solo spettatori di un brillante esercizio di rebranding? Spoiler: la risposta sta tutta in come AI sta mutando i nostri strumenti di lavoro e comunicazione.
Il cinema incontra l’AI: Flow, Veo 3 e la creatività aumentata
Una nuova ondata di strumenti per chi racconta storie
Google I/O 2025 mi ha lasciato senza fiato, lo ammetto. Soprattutto mentre sul palco venivano presentate, una dietro l’altra, quelle che sembrano scene di fantascienza e che invece sono qui, ora. Due nomi su tutti: Flow e Veo 3.
Flow è la novità che ogni regista o creativo digitale stava aspettando. Uno strumento pensato proprio per la produzione cinematografica, che sfrutta l’intelligenza artificiale per rivoluzionare la creatività visiva.
Non si tratta solo di effetti speciali o automatismi: sembra che l’AI sia diventata una vera co-autrice, capace di suggerire tagli di scena, effetti cromatici imprevedibili e persino nuove possibili trame.
Veo 3: quando la prompt diventa cinema
E se generare un video bastasse scrivere una frase? Ecco Veo 3, forse la novità più surreale – in senso buono. Con un semplice prompt, il sistema genera automaticamente sequenze video, scene, dettagli.
Io stesso, per curiosità, ho provato a creare un breve cortometraggio con Veo 3. Risultato? Una sequenza onirica, quasi aliena, che probabilmente nessun regista umano avrebbe mai osato proporre.
È tutto perfetto? No, a volte escono cose bizzarre, inequivocabilmente “sbagliate”. Ma proprio qui sta il bello: gli errori dell’AI sono scintille di creatività, aperture improvvise su mondi possibili.
"L’intelligenza artificiale può essere uno straordinario alleato nel rompere gli schemi della narrazione visiva." – Sundar Pichai
Imagen: la creatività “per chi disegna solo omini stilizzati”
C’è un altro protagonista silenzioso: Imagen. Da pochi giorni (dal 25 maggio 2025, per la precisione) è disponibile la nuova versione, che permette davvero a chiunque di generare immagini partendo da semplici comandi testuali.
- Accessibilità: anche chi, come me, non sa disegnare una faccia decente, ora può sperimentare.
- Velocità: immagini originali in pochi secondi, senza fatica.
- Nuovi confini dell’arte: l’immaginazione sembra non avere più limiti veri.
Un futuro già iniziato?
Flow e Veo 3 sono molto più di strumenti: sono il simbolo di una nuova era, dove AI e creatività vanno mano nella mano. Non ho tutte le risposte, anzi. Ma una cosa la sento forte: la fantascienza, almeno qui, è già diventata realtà.
Una nuova esperienza di ricerca (quasi troppo intelligente?)
Google rivoluziona la ricerca: dai link alle risposte
Durante il Google I/O 2025 ho visto qualcosa che, diciamolo, non si era mai visto prima. Google ha presentato Ai Mode e Ai Overview, due nuove modalità che riscrivono completamente il modo in cui cerchiamo informazioni online. Basta con la classica lista di link! Ora, al posto dei risultati tradizionali, troviamo risposte già pronte, generate dall’intelligenza artificiale stessa.
"Non più link, ma risposte: la ricerca evolve con l’AI." – Sundar Pichai
Personalmente, dopo aver provato in anteprima Ai Overview, per la prima volta ho avuto la netta sensazione di parlare con Google, non più solo di interrogarlo. Scioccante, forse? Certo. Ma soprattutto affascinante.
Project Mariner: il mistero della “ricerca profonda”
E non è tutto. Sul palco è comparso anche Project Mariner, descritto come “il nostro prototipo di ricerca iniziale”. Qui il mistero si fa fitto: cos’è davvero Project Mariner? Google lo presenta come il prossimo passo, un approccio ‘profondo’ alla ricerca tutta ancora da decifrare. Un po’ come una mappa appena disegnata, senza indicazioni.
- Si tratta di una nuova architettura del motore di ricerca?
- Sarà accessibile a tutti o solo agli sviluppatori?
- Un test o una rivoluzione?
Domande ancora aperte. Ma la promessa di cambiare le regole del gioco è già nell’aria.
Nel caos dei nomi tra DeepThink, DeepMind e Deep Research… ci si perde
Confusione? Tantissima. DeepThink, DeepMind, Deep Research… Mi sono trovato più volte a chiedermi: ma cosa sto guardando? Google sembra aver voluto giocare a “caccia al nome”, e per chi non segue tutto da vicino, questa giungla rischia di diventare un vero incubo.
- DeepThink: nuova modalità di ragionamento avanzato in Gemini
- DeepMind: la storica divisione AI guidata da Demis Hassabis
- Deep Research: funzione per le ricerche approfondite
Forse servirebbe un navigatore… O magari, solo un po’ di ironia per sopravvivere fra così tante novità!
È chiaro: Google non sta solo aggiornando la sua ricerca, la sta letteralmente riscrivendo. Ai Mode e Ai Overview cambiano il paradigma, Project Mariner promette un futuro tutto da decifrare e il caos dei nomi... beh, quello ci accompagnerà ancora per un po’.
Strumenti smart e vita quotidiana: dalla traduzione Meet agli occhiali connessi
1. Traduzione vocale su Google Meet: un sogno che (quasi) si realizza
A volte mi chiedo: quanto tempo abbiamo perso cercando di capire accenti, idiomi, perfino semplici espressioni in una lingua straniera durante una call? Adesso, con Google Meet pronto a integrare la traduzione vocale in tempo reale, la situazione promette di cambiare. Annunciata durante il Google I/O 2025, questa funzione sembra voler abbattere finalmente il muro delle lingue.
Certo, non sarà perfetta. Niente magia, per ora. Ma il sogno di capirsi al volo – colleghi, partner, amici sparsi ovunque – non è mai stato così vicino.
2. Gemini Live: collaborazione e AI salgono di livello
Gemini, la super AI di Google, è cresciuta ancora. Gemini Live ora permette di condividere lo schermo e usare la fotocamera in modo nuovo. Pensateci: lavorate sullo stesso documento, commentate, vi mostrate oggetti reali in diretta, pure a chilometri di distanza.
Questa feature eredita l’ambizione di Project Astra e la trasforma in concretezza.
Insomma, la collaborazione remota inizia a non sembrare più “remota”. È lì, quasi fisica. Quasi un po’ inquietante? Forse. Ma decisamente utile – e irresistibile.
3. Smart glasses Google: AI ovunque, anche senza schermo
Ecco la vera novità da film di fantascienza: gli smart glasses di Google. Non più solo smartphone o pc, ma AI che ti segue, letteralmente, ovunque.
Immaginate questa scena: siete a casa, indossate degli occhiali “normali”. In realtà sono smart. State correggendo i compiti di vostro figlio, e Gemini, attraverso i vostri occhiali, vi suggerisce la soluzione migliore.
Multitasking puro, oppure... la fine definitiva della privacy? Non so voi, ma questa domanda mi rimane in testa.
- Traduzione vocale Meet: finalmente capire tutto, o quasi.
- Gemini Live: condivisione schermo/fotocamera, collaborazione senza confini.
- Smart glasses: AI che ci segue nella vita vera, senza nemmeno uno schermo.
"L’intelligenza artificiale diventa la colonna sonora silenziosa delle nostre giornate." – Sundar Pichai
Google, con queste mosse, trasforma la fantascienza in routine quotidiana. E a volte, mentre provo a tenere il ritmo di tutte queste novità, mi chiedo davvero dove finisce l’assistenza e dove inizia il controllo. Forse la risposta arriverà con i prossimi aggiornamenti. O forse resterà solo una domanda sospesa.
Abbonamenti, sigle e la giungla dei nomi: come orientarsi tra Pro, Ultra & Co.
Se vi siete mai sentiti persi davanti a una vetrina di gelati, capirete la mia sensazione ascoltando l’annuncio degli abbonamenti Ai Pro e Ai Ultra a Google I/O 2025. Tantissime opzioni, stesse domande: quale sarà davvero giusta per me? Il nuovo Ai Pro prende il posto di Gemini Advanced. L’Ai Ultra, invece, viene presentato per chi davvero non si accontenta mai e vuole il massimo dal proprio assistente digitale.
1. Ai Pro e Ai Ultra: il futuro delle prestazioni AI
Negli ultimi dodici mesi si era già parlato di Gemini Advanced, ma con Ai Pro la corsa si fa più chiara e anche più serrata. Ai Ultra sposta l’asticella ancora oltre. Google sembra voler dire: c’è un pacchetto per tutti, un livello di intelligenza artificiale calibrato su ogni esigenza, ma anche… un nome diverso per ogni nuance. Troppi? Forse sì, ma la tendenza è ormai questa.
2. Gemini 2.5 Flash e Pro: la saga continua (e confonde)
Sul palco è arrivata anche la doppietta Gemini 2.5 Flash e Gemini 2.5 Pro. Per chi segue il tema ogni giorno, questi nomi sembrano uscire da una serie di romanzi di fantascienza. Flash è pensato per risposte fulminee, Pro ancora più avanzato e rifinito. Personalizzazione estrema, ma confusione pure. Io stesso, confesso, ci ho messo un po’ a riorganizzare le idee tra sigle e versioni, e resto convinto che non sarò il solo!
3. Gemini su Chrome: vera semplificazione… o solo apparenza?
Dal 25 maggio 2025 Gemini vive anche dentro Chrome. Da un lato abbiamo una semplificazione: pulsanti chiari per riassumere o chiarire le informazioni di ogni pagina web. Dall’altro? Forse si complica la vita agli utenti meno esperti. L’integrazione promette molto, ma mi chiedo: sarà davvero tutto più semplice, o servirà una guida anche per la “guida”?
La rivoluzione nella quotidianità: tra entusiasmo e qualche dubbio
Per noi utenti, il panorama si arricchisce di strumenti sempre più potenti e personalizzabili. Ma la giungla dei nomi e dei pacchetti rischia di diventare una barriera? Difficile dare una risposta secca. Forse ci abitueremo, proprio come abbiamo imparato a destreggiarci tra mille gusti di gelato.
"Una coabitazione moderna tra uomo e AI è la chiave della rivoluzione Google." – Sundar Pichai
In fondo, Google punta proprio a una presenza costante ma discreta. Una rivoluzione quotidiana, fatta di passi piccoli e nomi nuovi, che ci accompagna piano piano. Se il futuro sarà davvero così, forse non lo capiremo tutto subito. Ma, come spesso accade con la tecnologia, potremmo ritrovarci tra qualche mese a non poterne più fare a meno. E magari, a sorridere di tutta quella confusione iniziale.