Lo ammetto: quando Apple presenta un aggiornamento così coraggioso come watchOS 26 la curiosità mi divora. Stavolta l’ho testato davvero in ogni contesto, anche durante una corsa all’alba e una riunione in cui raccontare (senza nemmeno una parola) la differenza si è sentita eccome. Non è solo un restyling, è un passo avanti reale dove design, intelligenza artificiale e utilità si intrecciano. Ma dietro l’effetto wow ci sono anche piccoli dettagli che, credetemi, possono cambiare la giornata: vi racconto tutto.
Liquid Glass: Design tra magia e praticità (e come cambia la vita ogni volta che alzo il polso)
Quando Apple parla di Liquid Glass design per il nuovo watchOS 26, non si tratta solo di una trovata di marketing. Appena ho aggiornato il mio Apple Watch, la differenza è stata immediata: l’interfaccia è diventata dinamica, riflettente, quasi magica. Ma perché Apple ha scelto proprio questo nome? Secondo quanto dichiarato da Jony Ive, “Con Liquid Glass abbiamo voluto portare l’emozione visiva all’altezza dell’esperienza d’uso”. E in effetti, la sensazione è proprio quella: ogni gesto, ogni notifica, sembra prendere vita sotto una superficie trasparente e fluida.
Il primo impatto arriva già dal quadrante Foto. I numeri liquidi e traslucidi scorrono sulle mie immagini personali, finalmente valorizzate come meritano. Non è solo un effetto estetico: la leggibilità migliora, e ogni volta che alzo il polso, la foto scelta sembra emergere davvero, senza essere coperta da elementi grafici invadenti. È una piccola rivoluzione per chi, come me, ama personalizzare i watch faces con ricordi e scatti speciali.
Ma il Liquid Glass design non si ferma qui. Il Centro di Controllo, lo Smart Stack e le notifiche ora appaiono come specchi digitali, con trasparenze che si adattano alla luce e al movimento. L’effetto wow è assicurato, anche per chi di solito non si lascia impressionare dai gadget. Ho voluto testare la reazione dei miei amici durante una chat video: più di uno mi ha chiesto che orologio stessi usando, colpiti dal look così moderno e diverso dal solito.
Naturalmente, non tutto è immediato. La nuova profondità grafica richiede un po’ di tempo per abituarsi. All’inizio, la sensazione di “vetro liquido” può distrarre, soprattutto se si è abituati a un’interfaccia più piatta e tradizionale. Ma dopo qualche giorno, la trasparenza e i riflessi diventano parte integrante dell’esperienza, rendendo ogni interazione più immersiva.
Quello che mi ha sorpreso di più è come la forma incontri la funzione. Non si tratta solo di un Apple Watch più bello: la chiarezza d’uso è migliorata. Gli elementi si distinguono meglio, le informazioni sono più immediate e la navigazione tra le app è più intuitiva. In sintesi, il Liquid Glass design non è solo un vezzo estetico, ma una vera evoluzione nell’uso quotidiano del mio smartwatch.

Workout Buddy: la motivazione che mi ha sorpreso (e i limiti genuini del coaching vocale AI)
Tra le novità che più mi hanno colpito di watchOS 26, Workout Buddy merita senza dubbio un posto d’onore. Apple ha deciso di puntare forte sull’intelligenza artificiale applicata al fitness, e questa nuova funzione lo dimostra: feedback vocali motivazionali, analisi in tempo reale dei dati e un approccio che si adatta davvero al mio umore e alle mie abitudini, anche quando la pigrizia prende il sopravvento.
Workout Buddy sfrutta Apple Intelligence per analizzare parametri come frequenza cardiaca, cronologia degli allenamenti e obiettivi personali. Il risultato? Un assistente vocale che non si limita a snocciolare dati, ma che sa quando intervenire con la giusta parola d’incoraggiamento. Mi è capitato, ad esempio, di ricevere un promemoria sul totale dei chilometri percorsi nella settimana: un dettaglio che mi ha strappato un sorriso e, lo ammetto, mi ha spinto a fare qualche giro in più. È come avere un piccolo coach personale sempre al polso, pronto a motivarmi senza mai risultare invadente.
La privacy resta un tema centrale: tutti i dati vengono elaborati in locale sul mio iPhone, senza passaggi su server esterni. Un aspetto che mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo, soprattutto considerando la quantità di informazioni sensibili che un dispositivo come l’Apple Watch può raccogliere durante le sessioni di allenamento.
Workout Buddy supporta un’ampia gamma di attività: corsa, camminata, ciclismo, HIIT e forza funzionale. L’integrazione con le cuffie Bluetooth è perfetta per chi, come me, preferisce allenarsi all’aperto ascoltando musica o podcast. E non manca la possibilità di associare playlist personalizzate, con Apple Music che suggerisce i brani più adatti in base all’intensità dell’allenamento.
Il tono dell’assistente è amichevole, mai eccessivo. Sembra quasi di ascoltare uno degli allenatori di Apple Fitness+, ma con una presenza più discreta e personalizzata. Come ha scritto Andrea Galeazzi:
‘Apple porta la motivazione fitness a un nuovo livello, e la voce dell’allenatore digitale diventa quasi una compagna di corsa.’
Non tutto è perfetto: ogni tanto il timing dei consigli vocali è da rivedere, soprattutto durante gli allenamenti più intensi, dove una pausa motivazionale può risultare fuori luogo. Ma nel complesso, la direzione intrapresa da Apple con Workout Buddy segna un passo avanti concreto nell’esperienza Apple Watch fitness, confermando come l’AI possa davvero fare la differenza nella motivazione quotidiana.
Smart Stack: molto più di widget (cronaca di una mattina salvata dai suggerimenti proattivi)
Con watchOS 26, il mio Apple Watch ha davvero cambiato volto. La novità che mi ha colpito di più? Senza dubbio lo Smart Stack rinnovato, che ora va ben oltre la semplice raccolta di widget. Grazie a nuovi algoritmi predittivi, Smart Stack è diventato un vero assistente personale al polso, capace di suggerire smart actions in tempo reale, adattandosi alle mie abitudini e al contesto in cui mi trovo.
La mia esperienza diretta parla chiaro: una mattina, mentre cercavo la strada in una zona senza segnale, il suggerimento di attivare Backtrack è comparso proprio quando ne avevo bisogno. Nessuna ricerca tra le app, nessuna perdita di tempo. Un esempio concreto di come la predittività possa essere davvero salvifica.
Questa intelligenza si manifesta attraverso i cosiddetti Smart Stack Hints: piccoli spunti che appaiono al momento giusto, come l’invito ad avviare un workout appena entro in palestra, senza dover scorrere tra le app. Tutto avviene in modo discreto, mai invasivo. Rispetto alle versioni precedenti, ora solo i suggerimenti più rilevanti compaiono quando servono davvero, rendendo l’esperienza meno caotica e molto più mirata.
Dal punto di vista della produttività, il nuovo Smart Stack è una svolta. Gestire appuntamenti, promemoria e attività quotidiane dal polso è diventato più fluido che mai. La possibilità di attivare azioni rapide in base alla posizione o alla situazione – come inviare un messaggio di check-in o avviare una playlist per l’allenamento – semplifica la giornata e riduce le distrazioni.
Non mancano però i dubbi: chi non ama le notifiche smart potrebbe trovare questa funzione un po’ troppo “predittiva”. È vero, la tecnologia anticipa i nostri bisogni, ma qualcuno potrebbe preferire un approccio meno automatizzato. Tuttavia, la personalizzazione fa un salto di qualità grazie alla nuova Controls Widget API, che apre le porte agli sviluppatori per creare configurable widgets ancora più su misura.
‘Il nuovo Smart Stack sembra leggere nella mente. È una previsione intelligente, non un semplice calendario digitale.’ – Silvia Vianello
In sintesi, lo Smart Stack di watchOS 26 non è solo più smart: è diventato il cuore pulsante di un’esperienza Apple Watch sempre più personale, proattiva e personalizzabile, grazie anche all’apertura verso la community degli sviluppatori.

Traduzioni in tempo reale e risposte smart: il social (e lavorativo) senza barriere
Con l’arrivo di watchOS 26, il mio Apple Watch ha finalmente abbattuto una delle barriere più sentite: la lingua. La real-time translation nei Messaggi, abilitata da Apple Intelligence, è una delle novità più concrete e tangibili di questo aggiornamento. L’ho provata personalmente sia con amici in viaggio all’estero, sia con clienti stranieri: la differenza si percepisce subito, è una svolta vera.
Ora posso ricevere messaggi già tradotti direttamente dal polso e rispondere in tempo reale, senza dover ricorrere al telefono o ad app esterne. Tutto avviene in modo bidirezionale, con una fluidità che sorprende. La compatibilità, però, è riservata ai modelli più recenti: Apple Watch Series 9, 10 e Ultra 2, sempre abbinati a un iPhone aggiornato a iOS 26. Una scelta che limita l’accesso, ma che garantisce prestazioni e sicurezza.
Le risposte rapide sono state potenziate: grazie ad Apple Intelligence, ora sono più intelligenti e contestuali. Mi è capitato di rispondere al volo a un check-in internazionale direttamente dal polso, senza interrompere quello che stavo facendo. Non solo: il sistema suggerisce azioni come inviare Apple Cash o partecipare a sondaggi, tutto senza estrarre lo smartphone. È una comodità che, nel quotidiano, si fa sentire.
Dal punto di vista della privacy, Apple continua a puntare su un’elaborazione locale dei dati e su una gestione attenta delle informazioni personali. Tuttavia, le lingue supportate sono ancora poche e, per chi lavora su più mercati, questa è una limitazione che si spera venga superata presto.
Le potenzialità di questa funzione sono enormi: potrebbe rivoluzionare il modo in cui lavoriamo, viaggiamo e costruiamo relazioni. Immagino già un futuro in cui le traduzioni includano anche emoji adattate al contesto culturale: sarebbe il tocco finale per una comunicazione davvero universale.
‘La comunicazione istantanea multilingue su Apple Watch abbatte barriere inaspettate, rendendo la tecnologia più umana.’ – Federico Viticci
In sintesi, la real-time translation nei Messaggi e le risposte smart rappresentano una delle evoluzioni più significative tra le Apple Watch updates di quest’anno. Un primo passo verso un Apple Watch sempre più inclusivo e intelligente.
Nuove gesture e comportamenti intelligenti: quando il polso parla (e qualche imprevisto buffo)
Con watchOS 26, il mio Apple Watch Series 10 ha davvero cambiato volto. Una delle novità più sorprendenti riguarda i gesture controls evoluti, che trasformano il modo in cui interagiamo con il dispositivo. Il nuovo “flick del polso” è la star assoluta: basta ruotare rapidamente il polso avanti e indietro per chiudere notifiche, silenziare timer o rifiutare chiamate. Tutto in un gesto rapido, senza dover toccare lo schermo. È una funzione che sfrutta il giroscopio, l’accelerometro e il machine learning, ma attenzione: è riservata ai modelli più recenti, come Apple Watch Series 9, Series 10 e Ultra 2.
Ho testato questi gesture controls in diversi contesti, ma la vera prova del nove è arrivata in metropolitana. Immaginate: treno affollato, mani occupate, notifica insistente. Un semplice flick e… silenzio. Nessun bisogno di armeggiare tra le persone o rischiare di far cadere il telefono. L’effetto wow è stato immediato, e non sono stato l’unico a notarlo: qualcuno mi ha chiesto se stessi “ballando” con il polso!
Un’altra novità che mi ha colpito è l’automatic volume adjustment per le notifiche. Il volume si regola in tempo reale in base al rumore ambientale: in ambienti rumorosi, le notifiche si fanno sentire di più; in silenzio, diventano discrete. Una comodità che, come sottolinea anche Luca Viscardi, non va sottovalutata:
‘Mai più timer che suonano urlando in silenzio stampa: la regolazione automatica del volume è una chicca da non sottovalutare.’ – Luca Viscardi
Non sono mancati gli imprevisti buffi. Durante una chiamata, ho fatto il flick del polso per sistemare la giacca e… chiamata zittita all’istante. Mi sono ritrovato a ridere da solo, mentre il mio interlocutore cercava di capire cosa fosse successo. Ma questi piccoli incidenti fanno parte del gioco e, in fondo, dimostrano quanto queste gesture siano ormai parte integrante della nostra quotidianità.
Le nuove gesture controls puntano molto anche sull’accessibilità. Sono perfette per chi ha bisogno di usare una sola mano o per chi, come me, vuole silenziare un timer senza premere tasti. E se penso a un futuro prossimo, mi immagino una vera e propria coreografia urbana: decine di persone che, con un semplice movimento del polso, gestiscono notifiche e chiamate in modo sincronizzato. Forse un po’ surreale, ma con Apple Watch Series 10 e watchOS 26, la realtà è già più vicina di quanto sembri.

Applicazioni e funzioni che (davvero) migliorano il quotidiano: Note, Telefono, Accessibilità & co.
Con watchOS 26, il mio Apple Watch si trasforma davvero in un compagno di vita quotidiana, non solo un accessorio tech. La novità che mi ha colpito subito? L’arrivo della Notes app direttamente al polso. Finalmente posso scrivere una lista della spesa, appuntare idee improvvise o spuntare una checklist senza tirare fuori l’iPhone. Tutto resta sincronizzato, posso dettare una nota con Siri, modificarla o proteggerla con password. E sì, mi ha già salvato: una volta, tra due semafori, ho fissato un appuntamento importante che avrei sicuramente dimenticato.
Ma non è tutto. Sul fronte chiamate, Apple introduce call screening e hold assist anche su Apple Watch, proprio come su iOS 26. Ora, quando arriva una chiamata da un numero sconosciuto o un operatore, posso filtrare e capire subito chi c’è dall’altra parte, senza perdere tempo. Hold Assist riconosce quando un operatore risponde e mi avvisa, evitando attese infinite. È una comodità che, una volta provata, diventa indispensabile.
L’attenzione all’accessibilità si fa sentire con Live Listen e Live Captions: chi è sordo o ipoacusico può ricevere sottotitoli in tempo reale dell’audio proveniente dall’iPhone, direttamente sull’orologio. Un passo avanti per l’inclusività, che rende l’Apple Watch ancora più universale.
La Face Gallery è stata aggiornata e ora scoprire nuovi quadranti tematici è intuitivo e divertente. Basta scorrere tra le collezioni per trovare il look giusto per ogni occasione, con watch face organizzate in modo chiaro. E parlando di personalizzazione, la funzione Personalized Workout Media cambia davvero il ritmo degli allenamenti: Apple Music suggerisce playlist o podcast in base all’intensità e al tipo di attività, avviandoli automaticamente quando inizio a muovermi. Una piccola rivoluzione per chi, come me, trova nella musica la spinta giusta per superare i propri limiti.
In sintesi, queste nuove funzioni – dalla Notes app alla gestione intelligente delle chiamate, fino all’accessibilità e alla personalizzazione musicale – rendono l’Apple Watch un vero upgrade di vita. Come ha detto Martina Dell’Ombra:
‘Ogni piccola funzione in più è un tassello verso l’Apple Watch come punto di riferimento quotidiano.’
Compatibilità e riflessioni finali: vale davvero l’aggiornamento? (spoiler: sì, ma non per tutti)
Arrivati al momento delle conclusioni, la domanda che mi fanno più spesso è semplice: vale davvero la pena aggiornare a watchOS 26? La risposta, come spesso accade nel mondo Apple, non è uguale per tutti. Partiamo dai dati certi: la watchOS 26 compatibility copre una gamma piuttosto ampia. L’aggiornamento sarà disponibile gratuitamente dall’autunno per Apple Watch SE (seconda generazione), Series 6, 7, 8, 9, 10, Ultra e Ultra 2. Attenzione però: serve iPhone 11 o successivo con iOS 26 per poter installare il nuovo sistema operativo.
Ma chi sfrutterà davvero tutte le novità? Qui la situazione si fa più selettiva. Le funzioni più avanzate, come le nuove gesture (il famoso “flick del polso” per silenziare notifiche o rifiutare chiamate), le traduzioni live nei messaggi e soprattutto le potenzialità di Apple Intelligence, sono riservate ai modelli più recenti: Apple Watch Series 9, Series 10 e Ultra 2. E anche qui, serve un iPhone di ultima generazione (almeno iPhone 15 Pro o iPhone 16) per abilitare tutto il pacchetto di intelligenza artificiale. In pratica, chi ha un Apple Watch Series 10 abbinato a un iPhone compatibile si troverà tra le mani uno smartwatch completamente rinnovato, sia nell’aspetto che nelle funzioni.
Per chi invece possiede un modello meno recente, come il Series 6 o 7, il salto sarà meno spettacolare. Ho provato watchOS 26 su un vecchio Series 6: l’interfaccia Liquid Glass è piacevole, la nuova app Note è comoda, e lo Smart Stack è più intelligente. Ma l’“effetto wow” delle gesture evolute e delle traduzioni live resta fuori portata. Non è un difetto, è semplicemente la naturale evoluzione tecnologica: “L’evoluzione di watchOS 26 è concreta: non tutti potranno sfruttarla appieno, ma chi può riceverà uno smartwatch davvero rinnovato”, come ha sottolineato anche Francesco Facchinetti.
In sintesi, il mio consiglio è chiaro: se hai un Apple Watch compatibile recente, non aspettare ad aggiornare. L’esperienza cambia davvero, soprattutto su Series 9, 10 e Ultra 2. Se invece hai un modello più datato, l’update resta consigliato per sicurezza e stabilità, ma non aspettarti rivoluzioni. E per chi si chiede cosa succede aggiornando un Apple Watch più vecchio: nessun rischio, solo qualche funzione in meno rispetto ai top di gamma. La iPhone compatibility resta comunque il primo requisito da controllare.
TL;DR: watchOS 26 stravolge l’Apple Watch puntando su design Liquid Glass, motivazione fitness personalizzata, traduzioni live, gesture smart e una serie di miglioramenti concreti. Ideale per chi cerca uno smartwatch innovativo senza rinunciare alla semplicità.